Corpo Celeste
Alice Rohrwacher
2011
2011
Marta è una tredicenne di poche parole, un dolcissimo maschiaccio che ha sempre vissuto in Svizzera con la madre ma che fa ritorno alla città di origine, Reggio Calabria, per proseguire la sua vita lì. La seguiamo nei momenti in cui si integra, scontrandosi, con la realtà della parrocchia, alla quale probabilmente non era granchè abituata, prima, e in occasione della preparazione della cresima questa esperienza si fa per lei molto cupa, drammatica.
Non sono cresciuta in un piccolo chiuso paesino del sud della penisola. A quell'età non ho frequentato solo parrocchiani ma persone di tutti i tipi, e non con quella frequenza (all'oratorio ci andavo solo ed esclusivamente il sabato pomeriggio per un paio d'ore, e nel resto della settimana mi dedicavo ad altro).
Eppure l'immedesimazione è scattata fortissima, e ho provato di nuovo gli stati d'animo contrastati che provavo all'epoca. Marta non si accontenta di adeguarsi alle regole non dette della comunità. Non vuole salire sul palco dell'oratorio e dimenarsi per mamme e papà in qualche stupido balletto imparato in tv dalle veline. Non vuole essere carina, pettinata, addobbata a festa.
Ma vorrebbe capire a fondo il senso di quel catechismo che le stanno cercando di inculcare così, a macchinetta, senza approfondimento, senza amore.
Vorrebbe saperne di più. Sapere davvero chi era Gesù, che tipo era, e se si incazzava, se si sentiva solo, come lei.
Io non credo più in Gesù. Ma ai tempi della cresima, o se non altro della comunione, ci credevo. Ed ero esattamente come la protagonista del film, soltanto più bon ton, meno aggressiva. Osservavo diffidente tutto quel mondo, e volevo intensamente trovare me stessa seguendo una strada tutta mia, ragionando e sforzandomi. Non volevo dire le preghiere o cantare così, perchè lo facevano tutti, e mi vergognavo parecchio nell'esibirmi, come Marta. Non volevo finzioni, da parte degli adulti. Non tolleravo ipocrisia, superficialità. Ero dannatamente seria e profonda, a pensarci bene, e capivo, disapprovandoli, già tutti i meccanismi. In terza media la suora di religione chiamò mia mamma per dirle che ero troppo problematica, che non mi integravo bene ed ero "strana". Non me lo scorderò mai.
Come avrete capito non mi è facile parlare di un film che mi ha toccato senza scendere sul personale. Di recensioni è zeppa la rete, e se siete qui significa che non vi interessa solamente capire che trama ha Corpo Celeste per decidere se fa vale una visione.
Rappresentare il mondo dei ragazzi è sempre arduo. Ripenso a Elephant, al francese e poco noto Stella, a Tomboy. Trattare un argomento come la chiesa in modo intelligente e non scontato non è da tutti.
Ringrazio Alice: sarà radical-chic, sarà pretenziosa, sarà infinitamente snob. Ma intanto ha realizzato questo gioiellino sfaccettatissimo e valido; ha trovato attori solidi, e una ragazzina perfetta per quel ruolo.
La Rohrwacher ci ha messo dentro probabilmente tutte le emozioni di quando aveva 13 anni.
Si percepisce palpabilmente.
8 commenti:
?????????????????
per una volta sono con k.
e vabbè, ma non è giusto!!!!!
scrivi CORPO C, e basta. e lo posti. e io e V diciamo "ma cosa scrivi??", e poi dopo, SOLO DOPO, appare un intero post così io e V passiamo per pirla?
NON VALEEEEEE
ma guarda che la deficiente sono solo io qua: mi era partita la mano mentre scrivevo il titolo e nemmeno mi ero accorta :O
K. ora puoi recuperare. l'hai visto 'sto Corpo celeste o sono l'unica in Italia?
dammi tempo. è lì da guardare. poi ti dico.
(Vorrei conoscere la risposta di tua madre all'insegnante di religione che ha definito "strana" sua figlia....)
Quanto vorrei che fossimo più vicine per vederci un mare di film insieme...
Naturalmente le ha detto che io ero normalissima e che andavo bene così. Comunque era vero che non mi integravo: non era colpa dei compagni di classe, ma di tutte quelle regole e riti che dovevamo seguire; qul senso del peccato e tutto il resto.
anche io vorrei vedere dei film con te. ad esempio ieri sera URLO. anzi ho deciso che URLO è il nostro film!
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