Fa' la cosa giusta
(Do the Right Thing)
1989
Spike Lee
Ho visto Fà la cosa giusta tre o quattro volte nella mia vita.
(Do the Right Thing)
1989
Spike Lee
Ho visto Fà la cosa giusta tre o quattro volte nella mia vita.
La prima volta avevo circa 12 anni, l'ultima è stata pochi giorni fa.
Rientra fra i capolavori di Spike Lee, e Spike Lee è nel mio olimpo personale di registi. Ha sempre saputo mettersi in discussione e mettere in discussione la sua gente, con intelligenza, cultura e uno stile pazzesco.
Questo film è Coltrane e Public Enemy insieme; è l'estate, da 40 gradi all'ombra, tutti sudati immobili sdraiati su un letto o appiattiti sul marciapiede. Questo film è colore saturo. è giallo africa. è rosso sangue. è verde brasile. è blu elettrico, il blu elettrico degli anni ottanta. è fucsia squillante, come le magliette che mettevo da bambina. è una cacofonia stridente e struggente insieme di suoni, di sudore, di facce stupite, arrabbiate, stravolte, di afroamericani, coreani, italo americani, portoricani; tutti ce l'hanno con tutti, nessuno si sa accettare per quello che è e nessuno si fida di nessun altro. Fondamentalmente il film ci parla di come il meltin pot statunitense ha fallito, di come gli americani facciano di tutto per farci credere che la loro è la società più giusta mentre invece ogni giorno le discriminazioni proseguono, e la gente della strada viene continuamente manovrata dall'alto in una spirale di odio perchè così conviene, perchè così piace a chi detiene il potere.
Quanto mai attuale anche da noi in Italia, come potrete capire.
In questo film di Lee c'è già il germe di tutti quelli che verranno: di Jungle Fever, della Venticinquesima Ora. Ci sono i lunghi monologhi, c'è lo scontro razziale, c'è la città ritratta con amore e tinte forti nelle diverse ore della giornata. La musica struggente di un sax in sottofondo, mentre tutto si disfa, mentre brucia e poi ricomincia un nuovo giorno. Cosa è più rappresentativo del cinema di quest'uomo (che io amo) dell'inquadratura dall'alto di una via cittadina ancora deserta nella luce bianca dell'alba, quando a poco a poco tutto prende vita?
Gli attori sono davvero bravissimi; la pellicola segna l'inizio della lunga amicizia fra Lee e Turturro.
All'epoca il film fece un vero scalpore e fu amatissimo dalla critica, ma non vinse l'Oscar anche se sicuramente quell'anno se lo meritava tutto.
Queste le due citazioni che compaiono all'inizio dei titoli di coda:
«La violenza come mezzo per raggiungere la giustizia razziale è insieme un sistema impraticabile e immorale.»
Rientra fra i capolavori di Spike Lee, e Spike Lee è nel mio olimpo personale di registi. Ha sempre saputo mettersi in discussione e mettere in discussione la sua gente, con intelligenza, cultura e uno stile pazzesco.
Questo film è Coltrane e Public Enemy insieme; è l'estate, da 40 gradi all'ombra, tutti sudati immobili sdraiati su un letto o appiattiti sul marciapiede. Questo film è colore saturo. è giallo africa. è rosso sangue. è verde brasile. è blu elettrico, il blu elettrico degli anni ottanta. è fucsia squillante, come le magliette che mettevo da bambina. è una cacofonia stridente e struggente insieme di suoni, di sudore, di facce stupite, arrabbiate, stravolte, di afroamericani, coreani, italo americani, portoricani; tutti ce l'hanno con tutti, nessuno si sa accettare per quello che è e nessuno si fida di nessun altro. Fondamentalmente il film ci parla di come il meltin pot statunitense ha fallito, di come gli americani facciano di tutto per farci credere che la loro è la società più giusta mentre invece ogni giorno le discriminazioni proseguono, e la gente della strada viene continuamente manovrata dall'alto in una spirale di odio perchè così conviene, perchè così piace a chi detiene il potere.
Quanto mai attuale anche da noi in Italia, come potrete capire.
In questo film di Lee c'è già il germe di tutti quelli che verranno: di Jungle Fever, della Venticinquesima Ora. Ci sono i lunghi monologhi, c'è lo scontro razziale, c'è la città ritratta con amore e tinte forti nelle diverse ore della giornata. La musica struggente di un sax in sottofondo, mentre tutto si disfa, mentre brucia e poi ricomincia un nuovo giorno. Cosa è più rappresentativo del cinema di quest'uomo (che io amo) dell'inquadratura dall'alto di una via cittadina ancora deserta nella luce bianca dell'alba, quando a poco a poco tutto prende vita?
Gli attori sono davvero bravissimi; la pellicola segna l'inizio della lunga amicizia fra Lee e Turturro.
All'epoca il film fece un vero scalpore e fu amatissimo dalla critica, ma non vinse l'Oscar anche se sicuramente quell'anno se lo meritava tutto.
Queste le due citazioni che compaiono all'inizio dei titoli di coda:
«La violenza come mezzo per raggiungere la giustizia razziale è insieme un sistema impraticabile e immorale.»
(Martin Luther King)
«Io non invoco la violenza, ma allo stesso tempo non sono contro il fatto di usare la violenza per difendere se stessi. Io non la chiamo violenza. Se si tratta di autodifesa la chiamo intelligenza.»
«Io non invoco la violenza, ma allo stesso tempo non sono contro il fatto di usare la violenza per difendere se stessi. Io non la chiamo violenza. Se si tratta di autodifesa la chiamo intelligenza.»
(Malcolm X)
E così, resto estasiata ogni volta.
Questi sì sono film.
11 commenti:
Quanto è calzante con questo post tutta l'opera di Renzo Ferrari...èh?!
Non ci avevo pensato!
ma la descrizione è spaventosamente simile!
Bon, questo passa direttamente alla testa dell'elenco dei film da vedere!
mi hai fatto venire voglia di vederlo.
per la quarta volta.
brava tu.
@adriana
fiondati!
@v.
anche tu lo devi rivedere per la quarta volta? o sarà la prima?
"Coltrane e Public Enemy", mi ha fatto star meglio leggere queste tre parole una in fila all'altra.
Grandissimo film, parecchio però che non lo rivedo. Sicuramente tra i migliori di Lee (purtroppo non li ho ancora visti tutti).
grande film, ottimi gusti
ciao plus!
laura, una amica in comune, mi ha consigliato il tuo blog, che ho visitato ieri... scrivi molto bene! ci becchiamo ancora, pa
Non lo vedo da anni.
E ne sono contento, perché quando non rivedo un film (che mi era piaciuto parecchio) da molto tempo, ho un nuovo livello di godimento quando ne ho di nuovo l'occasione.
E cmq, sì, condivido ogni tua parola.
Non ho eccessiva simpatia per Spike Lee, e trovo che alcuni suoi film siano riusciti solo a metà e altri per niente, ma questo e Jungle Fever sono due gioielli.
@cyberluke
io invece stravedo per Lee in una maniera che immagino sia poco obiettiva... Mo'Better Blues non ti piace?
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