in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

domenica 20 novembre 2011

Incipit leggendari: la nausea.



"La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro. Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli. Bisogna dire come io vedo questa tavola, la via, le persone, il mio pacchetto di tabacco, poiché è questo che è cambiato. Occorre determinare esattamente l'estensione e la natura di questo cambiamento."
(Jean-Paul Sartre, La nausea, 1932)

4 commenti:

alessandra ha detto...

Questa allora te la devo raccontare.
Università di Verona, esame di Letterature Comparate con obbligo di frequenza all'80percento. Io lavoravo da Feltrinelli il giovedì, il sabato e la domenica. Il corso di questo intraprendente professore era di martedì e giovedì: mi servivano le firme per il giovedì e trova un tipo (che poi divvenne il mio grande amore dell'università) che avrebbe firmato per me. Il corso però non mi piaceva, troppo interattivo e giocato sul carisma alternativo ed egocentrico del docente e io non alzavo mai la mano perché ero troppo snob. Ovviamente il professore era follemente innamorato di tutti quelli che intervenivano, tra cui il tipo. E io e il tipo studiammo insieme tanto tanto e io ero preparatissima. E avevo un libro fuori catalogo del 68 di Sartre, una prima edizione rarissima che avevo trovato durante un viaggio a Firenze, "Che cos'è la letteratura".
All'esame la mancanza di feeling era palese e in più il professore scovò che mancava qualche firma e non raggiungevo il cazzodi80percento (si sente che sono ancora nervosaaaa?) e nonostante la mia preparazione mi diede 26 e 30 al tipo, abbassandomi la media di brutto!!!

Buttai il libro di Sartre dalla finestra del terzo piano e si sfracellò nel giardino.

alessandra ha detto...

* ovviamnte "divenne" e "trovai", nel caso passasse di qui qualche mio amato studente :-)

pa ha detto...

è un racconto davvero degno di te!
il tipo almeno meritava?

alessandra ha detto...

Decisamente :-)

bazzicano da queste parti:

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