
"La miglior cosa sarebbe scrivere gli avvenimenti giorno per giorno. Tenere un diario per vederci chiaro. Non lasciar sfuggire le sfumature, i piccoli fatti anche se non sembrano avere alcuna importanza, e soprattutto classificarli. Bisogna dire come io vedo questa tavola, la via, le persone, il mio pacchetto di tabacco, poiché è questo che è cambiato. Occorre determinare esattamente l'estensione e la natura di questo cambiamento."
(Jean-Paul Sartre, La nausea, 1932)
4 commenti:
Questa allora te la devo raccontare.
Università di Verona, esame di Letterature Comparate con obbligo di frequenza all'80percento. Io lavoravo da Feltrinelli il giovedì, il sabato e la domenica. Il corso di questo intraprendente professore era di martedì e giovedì: mi servivano le firme per il giovedì e trova un tipo (che poi divvenne il mio grande amore dell'università) che avrebbe firmato per me. Il corso però non mi piaceva, troppo interattivo e giocato sul carisma alternativo ed egocentrico del docente e io non alzavo mai la mano perché ero troppo snob. Ovviamente il professore era follemente innamorato di tutti quelli che intervenivano, tra cui il tipo. E io e il tipo studiammo insieme tanto tanto e io ero preparatissima. E avevo un libro fuori catalogo del 68 di Sartre, una prima edizione rarissima che avevo trovato durante un viaggio a Firenze, "Che cos'è la letteratura".
All'esame la mancanza di feeling era palese e in più il professore scovò che mancava qualche firma e non raggiungevo il cazzodi80percento (si sente che sono ancora nervosaaaa?) e nonostante la mia preparazione mi diede 26 e 30 al tipo, abbassandomi la media di brutto!!!
Buttai il libro di Sartre dalla finestra del terzo piano e si sfracellò nel giardino.
* ovviamnte "divenne" e "trovai", nel caso passasse di qui qualche mio amato studente :-)
è un racconto davvero degno di te!
il tipo almeno meritava?
Decisamente :-)
Posta un commento