"Era già buio quando arrivai a Bonn. Feci uno sforzo per non dare al mio arrivo quel ritmo di automaticità che si è venuto a creare in cinque anni di continuo viaggiare: scendere le scale della stazione, risalire altre scale, deporre la borsa da viaggio, levare il biglietto dalla tasca del soprabito, consegnare il biglietto, dirigersi verso l'edicola dei giornali, comprare le edizioni della sera, uscire, far cenno a un tassì. Per cinque anni quasi ogni giorno sono partito da qualche luogo, la mattina ho disceso e salito scale di stazioni, il pomeriggio ho disceso e risalito scale di stazioni, ho chiamato un tassì, ho cercato la moneta nella tasca della giacca per pagare la corsa, ho comperato giornali della sera alle edicole e, in un angolo riposto del mio io, ho gustato la scioltezza perfettamente studiata di questo automatismo. Da quando Maria mi ha lasciato per sposare Züpfner, quel cattolico, il ritmo è diventato ancor più meccanico, senza perdere in scioltezza."
(Heinrich Böll, Opinioni di un clown, 1963)
(Heinrich Böll, Opinioni di un clown, 1963)
7 commenti:
tu, amica mia, hai piccole idee geniali!
ciao Veronica! come stai?
non credo di essere la prima ad avere voglia di pubblicare gli incipit dei libri che più ha amato, ma sono contenta se questo può ispirare qualcuno, o far venire voglia di scoprire nuove letture! e poi, ne avevo voglia io, ecco.
pa, io sto benissimo,
è invece di Enrico che vorrei sapere...
Non so. può darsi che stia benissimo ma che non abbia nessuna voglia di postare. lui è un pò così. però ci sto pensando anche io, a lui.
ti prometto che lo chiamo prestissimo.
finora non ho voluto stressarlo.
pa
Uno dei miei libri preferiti!
ciao adriana!
idem per me!
questo è un libro struggente.
sono da sempre innamorata di quel clown, che fa collezione di attimi.
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