in due parole, tanto per non farla lunga.

La mia foto
Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

mercoledì 1 maggio 2013

primo maggio duemilatredici.



3 commenti:

Nick ha detto...

Si, ma adesso mangiamo il minestrone dai.

Angel-A ha detto...

Bello!! ^___^ autobiografico?

pa ha detto...

Auster è in tutto e per tutto autobiografico in questo libro.

E anche io, ci ritrovo davvero il nocciolo della mia esperienza personale, in queste righe.

bazzicano da queste parti:

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