in due parole, tanto per non farla lunga.

La mia foto
Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

mercoledì 11 aprile 2012

vivere nell'epoca sbagliata.




Baba Yaga
film del 1973
regia di Corrado Farina
liberamente tratto dai fumetti di Valentina
Guido Crepax.


 Film così non fanno altro che darmi lo spunto per pensare di essere nata nell'epoca sbagliata. Sono nata alla fine dei settanta, ma avrei tanto voluto avere trent'anni in quegli anni. Era tutto così carico di entusiasmo, tutto da creare, da sperimentare. 
Se si era coraggiosi si potevano raggiungere grandi obiettivi, il lavoro era un valore, una grande opportunità e l'arte veniva apprezzata e spinta, promossa.
Ai miei occhi, da quello che so era così, persino in Italia, anche se naturalmente meno che da altre parti.
Può essere che io mi sbagli.
Mi sento profondamente legata a quelle atmosfere, 
al mood degli anni settanta.

5 commenti:

Cotenna Pelosa ha detto...

Musini,
è la stessa sensazione che ho anche io: l'inadeguatezza di vivere un tempo che non mi appartiene. Io ho qualche anno più di te e alla fine dei '70 ero un bambino. Eravamo tutti mediamenti più poveri, tutti mediamente meno stupidi, e comunque tutti mediamente più felici. Credo che Mediaset abbia contribuito a farci convivere con questo senso di estraneità, facendoci vivere la vita degli altri in ogni declinazione (dal GF alla pornografia dei fatti di cronaca spettacolarizzati in nome del diritto di informazione). Tabula rasa. Rasissima. Ciao Nick!

Marta Silenzi ha detto...

Ho pensato tante volte a questa cosa di nascere nei decenni precedenti. Non mi è dispiaciuto essere un '77 e vivermi da ragazzina gli anni 80, ma mi sarebbe anche piaciuto essere un'universitaria nel '68 o giù di lì e prendere le cose, anche la politica, più seriamente; o avere vent'anni nei '50 e infischiarmene dei Tupperware e delle lavatrici per andare a scrivere poesie...
Insomma schemi da rompere e mondi da costruire come poi non ce ne sono stati più, ma forse è troppo facile lamentarsi del presente e avere nostalgia di cose storicizzate che non abbiamo vissuto direttamente, non so... La fascinazione per quei tre decenni lì comunque c'è.

pa ha detto...

è un pò il tema di woody allen nel suo ultimo film. l'insoddisfazione personale porta a sognare mondi lontani, è normale. se si è inquieti come Cotenna pelosa o Marta o Pa, poi, è cosa all'ordine del giorno ;))))

kovalski ha detto...

non lo so. che ero troppo piccolo, io. ma quegli anni a me son sempre sembrati tristi, grigi. mi sembravano anni pesanti. però ero un bimbetto, io. che ne sapevo, poi?

pa ha detto...

bhè, anni di piombo li chiamavano, mica per niente.
eppure, eppure...

bazzicano da queste parti:

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