in due parole, tanto per non farla lunga.

La mia foto
Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

sabato 22 ottobre 2011

I Wish It Would Rain Down.



Quando ero piccola, per tutto l'asilo e le elementari, il pomeriggio stavo a casa della mia tata, una persona importantissima della mia vita.
Tra le mille cose che facevo, una parte consistente dei pomeriggi invernali era costituita dall'ascoltare dischi - con un vero giradischi - con suo figlio, quando era in casa; lui era molto più grande di me. Metteva su soprattutto Phil Collins, con Genesis e senza, e Pink Floyd. Con l'altro figlio invece sentivamo i Righeira (erano molto diversi tra loro).
Questo pezzo è uno dei miei primi intensi ricordi musicali.
Lo assaporavo, e danzavo, nel soggiorno della tata, assorta nei miei pensieri.
Era stupendo.
Guardavamo naturalmente anche DJ Television, e ricordo lo choc la prima volta che mi imbattei nel video di The Wall tratto dal film, quello con i bambini che finiscono nel tritacarne, tanto per intenderci.
Ipnotizzante.
Questi erano gli anni ottanta in provincia di Milano.
La mia tata abitava nello stesso quartiere del dj Linus.
Io volevo diventare illustratrice, o ballerina, o archeologa, oppure scrittrice.

1 commento:

Garba ha detto...

Righeira migliori ballerini di sempre.

bazzicano da queste parti:

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