in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

sabato 18 maggio 2013

Maggio.

Maggio, mese del mio compleanno, di quello della mia mamma e di alcuni degli amici più cari. Mese in cui adoro entrare dal fiorista, per farmi incartare una rosa profumatissima. Il maggio più piovoso che io ricordi, anche se è capitato molto spesso che i giorni centrali del mese, i più carichi di profumi, siano innaffiati vigorosamente e rinfrescati di freddo frizzantino.
A metà settimana mi trovavo per lavoro in zona Conservatorio, in centro a Milano, con il mio ombrello fucsia e malconcio, a camminare in mezzo a viali di edera lussureggiante e suoni e voci baritonali e urla rock: la città dà il meglio in autunno, ma anche in primavera sa regalare piccoli e grandi tesori.
Mese in cui sto scoprendo di essere uguale a tanti altri nel soffrire di allergie: smoccolo, starnutisco e l'anno prossimo farò tutti i miei begli esamini per capire come curarla; ora guardo tutti quei piumini vorticanti con altri occhi.
Mese di lavoro intenso.
Mese di grandi uscite al cinema, e io che ultimamente diserto volentieri a favore del portatile sulle ginocchia, non sto nella pelle: Gatsby, che attendo da circa un anno, con tutte le perplessità e l'entusiasmo del caso; e Sorrentino, che amo alla follia, con Servillo che ogni volta si supera e che per ora mi ha regalato uno dei più bei trailer mai visti, talmente evocativo e talmente denso di vita...



Intanto fuori si è fatto scuro e ventoso per l'ennesima volta.
Vado a infilarmi la felpa.

3 commenti:

CyberLuke ha detto...

Il tuo maggio milanese sembra essere, ad occhio e croce, meglio del mio maggio romano.
Ma forse, come diceva saggiamente qualcuno, la bellezza è nell'occhio di chi eccetera eccetera. Forse mi serve un collirio, di certo mi servono quei dannati dieci gradi in più che da contratto a Maggio ci spettano (e abbono i cinque che avremmo dovuto avere lo scorso aprile che sembrava un novembre mite).

pa ha detto...

Sì, è come dici tu: la bellezza è negli occhi di chi guarda. quanta bellezza c'è, ad esempio, negli occhi di Sorrentino? che però, c'è, da dire, rappresentando la favolosa città eterna gioca facile. Che però, c'è da dire, Milano è sempre Milano, così decadente e così malinconica; pure in maggio. E poi dai, sono io ad essere in vena buona, sto barando senza sforzi: qui fa freddo e il freddo è odioso, l'umidità si infila dappertutto... è solo che sono felice.

Marta Silenzi ha detto...

"gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza"...mi sembra di comprenderla davvero a fondo questa che non è neanche una frase...

bazzicano da queste parti:

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