in due parole, tanto per non farla lunga.

La mia foto
Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

giovedì 9 febbraio 2012

un tuffo nei miei 14 anni.







 



Ciao. 
In questi giorni sto leggendo

Grunge.
Il rock delle strade di Seattle
Claudio Todesco
Tsunami editore


Per me è un vero e proprio tuffo nei miei 14 anni.
A quell'epoca a Seattle il fenomeno stava già degenerando,
era esploso ed aveva perso la sua purezza.
Era di moda vestirsi in un certo modo ed avere determinati atteggiamenti,
e quando qualcosa di così genuino diventa una moda,
come per tutte le cose finisce per sporcarsi e trasformarsi in altro.
Io però ero veramente piccola e non mi accorgevo di certe sfumature: vedevo tutto o bianco o nero, come in queste fotografie; avevo amici che suonavano nelle loro camerette insonorizzate, disegnavo con i pennarelli le copertine delle cassette registrate dei Nirvana, appiccicavo le loro foto sul diario, e mettevo jeans troppo larghi e camicie di flanella, come da copione.
I 14enni di adesso mi fanno un pò impressione, ma suppongo che all'epoca i trentenni che incrociavo sul treno pensassero lo stesso di me e dei miei amici.
Tutto sommato in classe costituivamo una netta minoranza, la maggior parte ascoltava ancora i Guns n' roses e non rinunciava ai vestiti firmati.
Noi eravamo tutto fuorchè popolari, tutto fuorchè fighi.
Ci leggevamo certi mattoni e disegnavamo un sacco, riflettevamo molto su tutto assordati da quel rumore così malinconico e decadente... che ancora adesso mi piace, mi piace un mucchio, solo che sono invecchiata e per riflettere mi serve il silenzio! 
Anche verso la fine del liceo non avevo perso quella matrice: niente discoteche ma solo pub puzzolenti. Niente cocktail alla fragola (che schifo!) ma solo birre in bottiglia. Pochissimo trucco. Capelli incasinati.
Gli anni novanta sono stati messi parecchio in discussione, e forse non in molti ne sentono la mancanza, ma in quel decennio si collocano piccolezze come i miei anni di liceo, i miei primi baci e tante altre prime cose, per cui non iniziate nemmeno, su di me non attacca!
Questo libro è molto interessante e ben scritto, senza fronzoli, a partire dalle poche evocative immagini in bianco e nero che aprono i capitoli.
Non si sofferma su nessun gruppo in particolare ma inquadra benissimo l'atmosfera di un'epoca. Naturalmente sto scoprendo anche tante cose che non sapevo, sulla bellissima Seattle e su tanti validi seppur minori musicisti che ho sempre trascurato. Ma la filosofia di vita che ne esce fuori, quella non mi sfuggiva, si era impressa ben bene in me. Nessuno me l'aveva spiegato a chiare lettere, eppure quando ci sentivamo parte di qualcosa, lo eravamo sul serio: non ho mai saputo suonare strumenti, ma mi sentivo così vicina ai ragazzi di quella città americana, così poco americana per certi versi... è durato pochissimo, sia per loro che per me, ma è stato talmente bello.


Una durissima stringata selezione di foto:
la copertina del libro
i mudhoney
le L7
i nirvana
gli screaming trees
i soundgarden
le hole




















Già che ci sono vi segnalo un sito BOMBA, scoperto poco fa:
oh, it's the 90s.


7 commenti:

Marta Silenzi ha detto...

Che post! Altro tratto in comune: il Seattle Sound. Qui, nel piccolo di questa cittadina di mare non c'erano i riverberi milanesi di quei momenti, non troppi jeans larghi e camicie a scacchi ma in qualche modo io sono cresciuta altrove e questa musica mi ha investita e pervasa totalmente, ho una collezione di cd di cui vado molto fiera e che ascolto ancora costantemente. In pratica li ho sempre considerati gli eredi dei Led Zeppelin e Co. (In quegli anni ho mollato un ragazzo perché non sapeva chi fosse Kurt Cobain...ma che musica alscolti?!) Il Grunge è anche il fil rouge del mio racconto Lettere & Meraviglia, non so se avevi letto qualcosa, questo per dirti che è proprio uno dei miei must.
Prendo nota del titolo, VOGLIO QUESTO LIBRO!

pa ha detto...

ciao marta, sì, ho letto in internet tutto ciò che ho potuto dei tuoi racconti, dunque anche quello, che se no sbaglio era guarda caso il mio preferito. il libro fa venire una voglia pazza di partire per seattle che, al di là di tutto, deve ancora essere un gran bel posto.
uan nota curiosa: i miei amici suonavano e comunque prendevano molto sul serio il grunge come me, ma di ragazzi grunge non ne ho avuto nemmeno uno. forse perchè sono sempre stata attratta dal mio opposto, forse ero anche un pò sfigata! nemmeno nick lo è mai stato, anche se ascoltiamo a palla Lanegan tuttora. e Lanegan è un acosa grossa :)))

Garba ha detto...

Touch me i'm sick.

lozirion ha detto...

Ciao! ^_^

In ritardo ma arrivo pure io! Scusa ma in questi giorni sono stato presissimo.... Perchè mai avrei dovuto essere severo? E' un post bellissimo! Io il grunge non l'ho vissuto così tanto in prima persona perchè ero ancora un pischello, l'ho vissuto di riflesso dai miei cugini, ogni volta che andavo da loro non facevo altro che bombardarmi le orecchie con Pearl Jam, Nirvana e Soundgarden. Avevo si e no 6-7 anni e già ero conquistato, ancora non capivo una beata mazza del significato dei testi, ma come per altri grandi generi la musica, la rabbia e la passione con cui suonavano e cantavano bastavano a rendere l'idea. Ideali e testi li ho recuperati col tempo, e forse grazie a questo sono riuscito a non subirne l'"effetto moda", difficile vedermi con una camicia di flanella, ma chiedetemi di cantare una qualsiasi canzone anche del più sfigato gruppo di quella Seattle e lo so.... ^_^

pa ha detto...

ciao lozi!
grazie! detto da te.... wow!
ah ma allora sei davvero giovane giovane!
una cosa che mi ha colpito tanto tanto è che questo è stato probabilmente l'ultima importante corrente musicale prima della diffusione capillare di internet e quindi prima della globalizzazione. i ragazzi di seattle hanno avuto modo di crescere musicalmente isolati dal resto del mondo, per lo meno nei primi anni, e quindi di coltivare uno stile autentico e "puro", se mi passi il termine. ora non sarebbe più possibile. questa cosa mi affascina. e se noi volevamo ascoltarli, dovevamo comprarci le cassette, oppure sperare che la radio passasse qualcosa, ma di solito passava solo i grandi successi dei 2/3 gruppi più famosi. mi ricordo che in tutto il mio liceo ero probabilmente l'unica ad avere la cassettina delle L7, ed eravamo probabilmente non più di 5/6 a conoscerle.

lozirion ha detto...

Eh si, sono ciòvane, classe 1986, praticamente mi sono perso tutte le correnti davvero interessanti.... :P

Verissimo, con internet è cambiato tutto e se da una parte per gli appassionati è più facile recuperare e scoprire album o artisti, dall'altra parte la purezza e la qualità di un qualsiasi nuovo genere perdono tantissimo....

pa ha detto...

hey! pensa che io nell'86 già giravo con il mio walkman ballando sulle note di Bimbo Mix!

bazzicano da queste parti:

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