in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

mercoledì 1 dicembre 2010

Non vi lascerò orfani.



 A me la Bignardi piace.
La trovo seria, preparata, e si discosta dal solito stereotipo di presentatrice media italica, tinta e attillata e ridanciana.
Mi è capitato spesso di seguire in rete le sue interviste barbariche, ottimo programma.
É un anno che rimando la lettura del suo primo romanzo, e in questi giorni ho già prenotato in biblioteca il secondo: ma nel frattempo ho finalmente macinato "Non vi lascerò orfani" in un paio di sere. La lettura scorre fluida e rapida perchè il libro è steso in maniera molto semplice: così deve essere, perchè la Bignardi non affronta temi politici o sociali ma ci racconta della sua famiglia, concentrandosi in modo particolare sulla morte della mamma, ed è davvero straziante e lieve al tempo stesso, questo soffermarsi sui dettagli, sulle sfumature del carattere materno, questo accompagnare il ricordo della madre affrontando passo dopo passo l'esperienza X, quella che ci fa davvero crescere, quel momento delle nostre vite in cui ci si confronta con i propri genitori ed i propri figli e si sta esattamente nel mezzo, e tutti i tasselli vanno dolorosamente al posto giusto; è stato cantato così bene da Lorenzo Cherubini - siamo come il sole a mezzogiorno; raccontato da tanti scrittori; non te lo immagini finchè non ti ci ritrovi,  ed infatti io non me lo immagino perchè per me la strada è ancora lunga, ma mi tocca dentro, come poche altre cose al mondo.
Poi il libro è anche divertente e buffo, e si racconta anche molto bene della città di Ferrara e delle campagne attorno. Si racconta della guerra e del dopoguerra, e mi ha fatto tanto pensare ai miei nonni.
Non sono d'accordo con quelli che su Anoobi hanno criticato la Bignardi perchè poteva fare a meno di annoiarli con le sue vicende famigliari; non erano tenuti a leggerlo, abbiamo migliaia di libri ad affollare sconfinati scaffali, a questo mondo.
Lo scrittore scrive soprattutto per se stesso, e fa bene, maledettamente bene, soprattutto se questo serve a fare i conti con le proprie origini, e quindi anche il proprio destino.

"Non le ho detto un sacco di cose, ma tanto lei se la sentiva.
Di sicuro ha sentito anche quanto l'ho amata, quanto continuo ad amarla, quanto la amerò sempre.
Anche ora che provo a raccontarla devo difendermi da lei, stavolta dalla sua assenza.
Non posso pensarla a lungo. Mi manca. Devo costruire una distanza di parole che tengano a bada le emozioni.
Se mi distraggo, se non sto attenta, la sua mancanza mi investe come un'ondata di caldo o una musica improvvisa."

5 commenti:

alessandra ha detto...

Concordo. Il libro è molto bello e mi piace quando in tv è imbarazzata o si trattiene dal ridere.
Qui la pioggia è incessante e oggi che ho la mattinata libera vado alla ricerca di un albero di Natale da far cadere dal frigo, con le lucine!
Buona giornata pa!

pa ha detto...

ciao ale, qui nevica sai? grossi fiocchi.

alessandra ha detto...

uff, rosico!

pa ha detto...

maddechè?!

alessandra ha detto...

meglio la neve che la pioggia, capisco poi che quando smette di piovere smette e basta e quando smette di nevicare gela di brutto ma... meglio la neve!!!

bazzicano da queste parti:

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