in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

sabato 6 novembre 2010

Sabato mattina.






É sabato mattina, fuori tutto grigio, sono seduta in cucina, a bere numerosi bicchieri d'acqua mentre leggo un romanzo molto più banale del solito, dal quale mi sono fatta invischiare come in una melma appiccicosa e dolciastra.
Sto già meditando sul prossimo Roth o Franzen per riparare alla situazione, quando implacabili arrivano, come ogni mattina, come ogni sera, come ogni giorno le urla della tizia del piano di sopra.
Ecco, hai visto cosa hai fatto. Hai visto cosa hai fatto. Guarda! Ora basta. basta.
Dal pianto pasticciato e goffo che parte come una piccola sirena mi rendo però conto che stavolta si tratta della bimba piccola, e non del maschietto come al solito.
Una bimba di un anno.
Questa donna è completamente andata, è fuori, è impazzita. O meglio, preferisco pensare che sia così.
Non voglio pensare che abbia fatto due figli solo per sbranarli con questo tono da cane rabbioso, un tono sadico, ed anche ottuso, gretto.
Urla ogni giorno, ed anche la sera con il marito, e lui pure, non è da meno, semplicemente sta molte meno ore in casa con i figli.
Le uniche volte che la sento ridere e civettare è quando i due ricevono degli amici per cena.
Mai un sorriso all'interno del nucleo familiare, solo quattro persone infelici, sospettose con i vicini bianchi - vedi me - e rabbiose con quelli neri - i due ragazzi che sembrano fotomodelli con la bimba dalle treccine rasta e abitini multicolor... Ha quasi la stessa età del maschietto triste, ma gioca sempre sola sul ballatoio, con i suoi pupazzi, va su e giù e mi lancia grossi sorrisi quando mi affaccio.

Anche se non ho ancora figli so benissimo che non diventerò mai così.
É inutile che mi dite che non posso capire e che stare in casa con due bimbi piccoli ti mette a dura prova, ti sfianca.
Lo so benissimo, o almeno lo immagino alla perfezione.
Anzi, io sono pessimista di natura, quindi di solito mi immagino prima le cose brutte, prima i dolori, delle gioie, perchè preferisco che le gioie mi arrivino come un regalo inaspettato.
Ma io stavolta lo so benissimo, che non c'entro affatto con questa gente e che questa tizia mi fa paura, mi spaventa la sua mancanza di consapevolezza, il suo essere dopotutto un'estranea nei confronti delle tre persone che dovrebbe amare di più al mondo.
Non riesco ad immaginare come deve essere, vivere così.

7 commenti:

Alessandra ha detto...

Sembrano parole gettate direttamente nel blog, che mi fanno sentire come quando anche io mi sento così. Impotente.
Mi chiedevo dove fossi finita, ora che so che sue seduta sul pavimento a leggere un romanzo da vasca da bagno mi sento più tranquilla!
Buona domenica, qui i, cielo non promette bene e io non ho tappeti pelosi da mettere sul pavimento per leggere ma solo sapere di poter chiudere la finestra e aspettare che mi piova fuori mi fa stare a mio agio!

Ps forse hai visto già ma se non hai già visto, hai visto questa cosa qui: www.zeldawasawriter.blogspot.com? Se non ti piace già perché l'hai visto già penso che possa piacerti.

pa ha detto...

ciao cara, ci sono, ci sono.
ed ero già stata a vedere zelda, è quella che raccoglie le foto dei contenuti delle borse, vero? grandiosa idea, volevo fotografarla anche io.
quante cose vorrei fare...
il mondo dei blog mi fa sentire un pò adolescente.
un abbraccio.

marta6669 ha detto...

io non urlo tutto il giorno.
però ogni tanto urlo anche io.
la mia vicina penserà lo stesso di me? :$
del resto urlano anche loro, tra di loro due adulti.
quindi ciccia.
ciao pa :)

pa ha detto...

anche io ogni tanto urlo, mi pare normalissimo!e sfogarsi fa pure bene!
ma.. non sono tanto le urla che mi impressionano, quanto la mancanza di sorrisi.

il marconi ha detto...

Ciao Pa!

...la mia esperienza è questa.

Come ben sai anche io e la Giova siamo muniti di due bambocci. E pure piccoli come questi.
Una è iperattiva, l'altro ormai sta praticamente tutto il giorno a spostare il mobilio di casa e a decorare con qualsiasi cosa che sporchi quasi tutte le superfici che trova.

É molto stancante. Snervante. A tratti opprimente. Ti succhiano il midollo. Sembrano dei piccoli alien che girano per casa e toccano tutto con le loro manine luride e schifosamente piene di moccio o bava filante, urlano, sporcano, chiamano, blaterano, si lagnano e piangono.
Insomma è uno stress continuo. É terribile. Vorresti essere a un migliaio di kilometri di distanza a volte.

Però.

Però quando li vedi giocare insieme e ridere e ridere e ridere fino a che uno dei due non si piscia addosso, allora lì ti dimentichi davvero di tutte le fatiche.
E quando torni la sera e la più grande ti abbraccia e ti dice che puzzi tantissimo, e poi dice alla mamma che lei da grande vuole puzzare come il babbo... e allora lì non cambieresti il posto dove sei con niente al mondo.
...e non parliamo di quando si balla. Carlo ormai è un figo quando balla.

Ah. Anch'io urlo, non tantissimo, ma qualche volta sembro matto anch'io (cioè, più del solito). E anche la Giovanna urla eh! Lei proprio sembra isterica. Cioè, fà brutto.

Secondo me la tipa del piano di sopra si perde veramente molte cose.
Nemmeno io riuscirei ad immaginare come sia vivere così.

Un bacio da:
Emma (che si sta facendo le prime amichette all'asilo)
Carlo (che ha imparato a dare i baci)
Giovanna (che sabato ha fatto la Pita, e oggi i bignè... secondo me sta dando via di melone)
Enrico (io il melone l'ho già dato via da un pò)

pa ha detto...

Che cosa darei per un bacio di carletto!!!
che già quelli di emma sono indimenticabili.

alessandra ha detto...

mi sento moolto adolescente, un po' brenda walsh!
in ogni modo anche io, anche se non sono madre, lotto ogni giorno contro l'istinto di urlare.
perché io ne ho circa venti, in classe, e non sono figli miei, e poi urlare non serve per ottocento motivi che spero tutti sappiano.
ma anche se non sono figli miei, io li adoro.

bazzicano da queste parti:

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