in due parole, tanto per non farla lunga.

La mia foto
Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

giovedì 11 novembre 2010

il macigno.



Sisifo è condannato negli inferi per aver svelato alcuni segreti degli dei. La sua condizione “tragica” consiste nel recuperare dal fondo degli abissi un masso, che con uno sforzo titanico, con le mani coperte di creta, riporta sulla sommità. Una volta raggiunta la meta, Sisifo vede la pietra rotolare di nuovo in un processo senza fine. Camus è interessato alla ridiscesa dell’eroe, in quello stadio del ripensamento che è per lo scrittore la dimensione della coscienza.  «In ciascun istante, durante il quale egli lascia la cima e si immerge a poco a poco nelle spelonche degli dei, egli è superiore al proprio destino. È più forte del suo macigno»

In questa dimensione l’unica via di salvezza all’esperienza di umiliazione e impotenza consiste in un orgoglio titanico e in un’immensa gioia di vivere, in una rivoluzione permanente.

(testo su Camus scritto da Antonello Marotta. 
fotografia scattata da me, Maurizio Cattelan, 
dito medio in piazza Affari, Milano)


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bazzicano da queste parti:

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