in due parole, tanto per non farla lunga.

La mia foto
Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

mercoledì 21 dicembre 2011

di febbre e di letture facili facili.



Nelle ultime settimane
non sono più riuscita a leggere un vero libro
dall'inizio alla fine.
Questa è la svagante pubblicazione
che accompagna i miei pre-sonno e i miei tragitti in treno,
anche se in treno ho scoperto le foto con l'iphone, me tapina.
Sì, ci casco come tutti, ma con molta consapevolezza.
Sì, le lomo e tutte quelle robette lì, finto-vintage, finto-tutto.
Ma con molta consapevolezza, e comunque molto stile.
E con un iphone di seconda mano, quindi tollerabile,
nella mia personale religione.
Per il resto, la febbre,
insieme a tutto quanto sopra elencato,
è un chiaro segnale.
Devo partire. Staccare.
Senza fare gli auguri di natale su facebook a nessuno,
che tanto farli su facebook non vale,
lo sanno anche i bambini.




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bazzicano da queste parti:

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