in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

giovedì 2 dicembre 2010

A Single Man.


Il film di Tom Ford è preciso, ordinato, senza spiegazzature o volgarità.
É lieve e sottovoce. E incredibilmente triste.
Mi è piaciuto un mucchio che negli attimi più intensi della giornata (la trama si svolge lungo un arco di 24 ore), i momenti in cui il protagonista prova dei sentimenti, uno slancio vitale verso qualcosa o qualcuno, i colori si accendessero in maniera violenta, satura e tutto prendesse luce.
E comunque sono costretta a far notare che gli uomini sono tutti belli e lucidi ed elegantissimi e le donne nevrotiche e psicoticissime. Come da copione gay trito e ritrito.
Mi domando, poi: ma alla fine l'unica lettera che verrà ritrovata è quella nascosta in frigorifero per la governante, giusto? Perchè le altre lui le brucia, no?
Non so, dovrei riguardarmi bene quel dettaglio. Ma è una paranoia mia.

Un film sulla bellezza della vita, sempre e comunque degna di essere assaporata.

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bazzicano da queste parti:

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