in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

venerdì 26 novembre 2010

Al limite, scelgo Michael Cunningham. Nella notte.



Leggo su Anoobi recensioni abbastanza negative a questo libro.
Gente che ha amato le sue opere precedenti ma che si trova realmente delusa, ed annoiata da questa. Tacciata come pretenziosa, e inconcludente.
Un lettore, forse a ragione, dice comunque che un'opera "elogio della bellezza" non poteva che essere così. Un pò noiosetta, insomma; del resto il tema non è proprio di quelli avventurosi, o che comunque possano appassionare un precario angosciato da come riuscire ad arrivare a fine mese.
Non è il suo libro migliore, eppure trovo che serbi al suo interno pagine struggenti, delicatissime, quasi dei piccoli spiragli illuminanti, dei flash potenti su percezioni che si ha, a volte, di sfuggita, ma che quasi mai si riesce bene a mettere a fuoco.
E vale la pena eccome, per me, di passare alcune buone serate invernali, con questo libro.
Ci si interroga sul valore che può avere l'arte nel corso della nostra vita, su quanto di artificioso ci sia nel nostro percepire un'opera contemporanea, e sul nostro apprezzarla: vale a dire, amiamo davvero quella scultura astratta di ferro arrugginito oppure ci sentiamo costretti ad elogiarla perchè farlo ci fa sentire "giusti" per un certo ambiente, ci fa sentire cool e ben inquadrati in determinati schemi sociali?
Io lo trovo interessantissimo.
Non immaginatevi però un libro freddo, tutto di testa. Anzi, lui è uno scrittore molto di pancia, lo è sempre stato.
Il protagonista ha tra l'altro continue nausee, dovute proprio alla guerriglia di emozioni contrastanti con cui affronta ogni cosa: provare a continuare ad amare l'adorata moglie come e più di prima; oppure eleggere la bellezza di un meraviglioso tossicomane a valore assoluto, bellezza come sinonimo di gioventù, spontaneità, tutto quello che a lui sembra essere invece scivolato via fra le dita, anno dopo anno, decenni in fuga... Sforzarsi di amare nel modo giusto la propria figlia, che di questa bellezza ha solo il dono dell'età, perchè per il resto è goffa, non ha il senso estetico dei genitori, nè la loro passione, una passione così acculturata, così "addomesticata" da tutta una serie di raffinatezze coltivate nel tempo.
Questo gallerista newyorkese è commuovente, nella sua paura fottuta di morire; così ancorato al suo desiderio di felicità; così terreno, e fragile.


"Ritengo che il periodo possa essere definito di enorme bruttezza, ovunque guardiamo. Siamo nel periodo dell’Alto Rinascimento della bruttezza. E questa per me è una ragione ulteriore per essere affamato di bellezza, una bellezza vera, su cui non venga sviluppata ironia e ridicolo, così tipici della nostra epoca.
Negli Stati Uniti siamo molto cinici e ironici, molto più di quanto non avvenga in Europa. Di questo sono proprio stanco."
(da un'intervista di ottobre allo scrittore, su Wuz)

3 commenti:

alessandra ha detto...

Proprio di cinismo e ironia ti dicevo di essere un po' stanca, ecco, pero' nemmeno vorrei prendermi proprio sul serio. Non so, mi prendo del tempo per pensare!

Aggiungo che del sognor Cunnigam ho letto solo The Hours e mi ha fatto pensare giusto al superamento del postmoderno con la semplice sensibilità di ogni giorno. Già li mi sa che era stanco dell'ironia e del cinismo usati per far sfoggio di gusto e cultura. Mi sa.

Buona serata!

pa ha detto...

E allora mi sento di consigliarti:
A. Una casa alla fine del mondo: bello, bello, e poi ancora bello!
e
B. Carne e sangue

Poi mi dirai.

ps Quanto sei pensosa!

p.

alessandra ha detto...

Mannaggia, ma dipende dai giorni, per fortuna!

bazzicano da queste parti:

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