in due parole, tanto per non farla lunga.

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Grafica milanese. Ossessionata, ossessiva, ossessionante (vedi alla voce figlia e madre e moglie, decisamente ossessionante). In un'altra vita volevo essere una di quelle tizie che vanno in giro a scoprire le nuove tendenze, si dice così? Come si porta l'orlo dei jeans e come ci si trucca per avere un aspetto vissuto ma etereo, cose di questo tipo. Nel frattempo cerco di fare poche cose ma discretamente bene. Non mi sono comprata l'impastatrice, per intenderci. E sono di quelle convinte che l'arte ci salverà la vita. Sempre se non ci prenderemo troppo sul serio, però.

domenica 11 aprile 2010

classe operaia

Oggi pomeriggio pioveva e tirava vento; ci siamo impegnati nella visione di un'altra vera perla.

L'operaio in un certo senso, è quello che soffre di più tutte le contraddizioni, costretto com'è ad assumere un modello borghese dato che la società dei consumi lo obbliga per la sua stessa sopravvivenza a diventare un consumista, ad aiutare così in qualche modo lo stesso sistema capitalista. Io raccontai quella che era la storia di tutti, di come in questa società non si possa vivere che nell'alienazione. Il rapporto del tempo esistenziale con quello produttivo, in un operaio, è evidentemente il lato più drammatico della sua giornata, e io mi occupai soprattutto di quello. (Elio Petri)

"E ricordate: macchina + affezione = produzione!"

(locandina del film di Elio Petri, Vincitore della Palma d’Oro a Cannes 1972)

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bazzicano da queste parti:

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